È forse una maxitruffa aggravata ai danni della collettività quella insita nei bitcoins?
È questo quello che si è chiesto il Codacons, che a tutela dei consumatori ha fatto un esposto a 104 procure della repubblica in tutta Italia. La procedura è volta a chiedere alla magistratura di aprire delle indagini sul territorio di competenza in merito ai reati di truffa aggravata e manovre speculative che deriverebbero dalla moneta virtuale.
Secondo questo esposto, si sostiene che il potere del piccolo consumatore di far variare il valore della moneta sia pari a 0, in quanto sarebbero i trader sui mercati professionali a dettare le regole, grazie a investimenti di grosse quantità di denaro che un piccolo risparmiatore non potrà mai permettersi. Ma prima di addentrarci di più nel discorso, facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire: cosa è un bitcoin?
I bitcoins sono monete virtuali nate con l’intento di aggirare il sistema economico di ogni stato e creare una moneta globale. Venne utilizzata nei primi tempi principalmente come moneta all’interno di siti nel deepweb, per poi uscire “allo scoperto” e iniziare a influenzare il sistema economico per via della sua comodità di utilizzo. Attualmente un europeo che volesse acquistare beni dall’America, si troverebbe a dover prima convertire i propri euro in dollari, per poi effettuare l’acquisto. Con i bitcoins questo cambio di valuta non è necessario, perché essendo globali e virtuali, non sono legati a nessuno stato in particolare e possono essere riconvertiti in qualunque moneta in base a quella corrente nel proprio stato. Tuttavia se monete come il dollaro, l’euro o la sterlina mantengono il loro valore quasi invariato nel tempo, i bitcoins possono aumentare di valore o crollare a picco, influenzati principalmente dagli investimenti che i grandi trader effettuano. Ma i bitcoins non sono l’unica moneta virtuale. Ne esistono moltissime altre infatti, ognuna nata con progetti diversi e ideata per specifiche piattaforme web e tutte queste prendono il nome di criptovalute. Queste “monete alternative” sono influenzate dagli investimenti esattamente come i bitcoins.
Recentemente molte banche si sono adeguate al mercato web e hanno iniziato a trattare i bitcoins come moneta vera e propria, seppur solo virtuale e il Codacons si è subito attivato per chiedere di:
“verificare e identificare coloro che hanno emesso i Bitcoin sul territorio nazionale, nonché i siti web che presentano strategie, trucchi e tools per guadagnare con questo strumento e tutti coloro che lo commercializzano senza fornire adeguate garanzie ed informazioni, accertando a carico di tutti coloro che risulteranno responsabili, alla luce di quanto esposto, ipotesi di manovre speculative ed ipotesi di truffa o truffa aggravata con grave e diretto danno per tutti gli azionisti e correntisti, investitori e risparmiatori ed, in caso affermativo, esperire nei confronti di coloro che saranno ritenuti responsabili, l’azione penale”
Inoltre viene chiesto il sequestro di quei siti internet che promettono guadagni impressionanti attraverso i bitcoins senza dare nessuna garanzia e l’intervento per sanzionare qualsiasi forma di pubblicità ingannevole.
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