Una delle conseguenze più diffuse degli incidenti stradali di lieve entità, come ad esempio i tamponamenti, è certamente il classico “colpo di frusta”. Si tratta di un trauma fisico, la cui definizione corretta è “distorsione del rachide cervicale”, che si verifica in seguito ad un movimento brusco ed improvviso del collo. L’intensità dei sintomi può variare in base a quanto forte è stato il movimento brusco a cui siamo stati sottoposti a causa dell’urto e la gravità degli stessi non sempre può essere avvertita nell’immediato.
Cosa fare in questi casi? Meglio recarsi subito al pronto soccorso per un controllo, conservare tutta la documentazione medica riguardante anche le spese sostenute per le cure e le terapie prescritte, tenendo presente che, anche una volta che le nostre condizioni si saranno stabilizzate, potranno permanere delle “lievi” conseguenze (le c.d. micro -permanenti) che saranno valutate dal medico legale.
È possibile ottenere il risarcimento del danno? Un’interpretazione spesso eccessivamente restrittiva dei provvedimenti legislativi in materia, da parte delle compagnie assicurative, ha reso certamente più complicato, rispetto al passato, ottenere un risarcimento per micro – lesioni, come, appunto, il colpo di frusta. Esse, infatti, sono diventate decisamente più esigenti in merito alla prova del danno subìto da fornire, richiedendo, di frequente, oltre a tutta la documentazione medica, anche una radiografia o un altro esame strumentale che evidenzi la lesione patita.
Come fornire la prova delle lesioni patite? La Corte di Cassazione, intervenendo sull’argomento con due importanti pronunce emesse in occasione di due vicende nelle quali la Compagnia assicurativa negava il risarcimento delle micro – lesioni, in mancanza di esami obiettivi e strumentali in grado di dimostrarne l’esistenza, ha sancito un significativo cambio di rotta rispetto al passato. Con la sentenza n. 10816/2019 e l’ordinanza n. 10819/2019, è stato stabilito, infatti, che la prova rigorosa delle micro – permanenti non deve essere fornita necessariamente con gli esami diagnostici strumentali: alcune patologie possono essere rilevate solo e anche con una semplice visita medica. Conclusione, questa, alla quale si è giunti sul presupposto che la salute è un diritto riconosciuto dalla nostra Costituzione e, pertanto, richiedere necessariamente gli esami diagnostici per una contrattura o un rachide cervicale significa metterne sicuramente a rischio la tutela.
Sia ben chiaro, nessun passo indietro da parte degli Ermellini sul rigore richiesto dal legislatore in materia ma di certo la consapevolezza che ad una diagnosi attendibile delle micro – lesioni si possa giungere “ (…) anche senza ricorrere a detti accertamenti, tenuto conto del ruolo insostituibile della visita medico legale e dell’esperienza clinica dello specialista.”
É quindi fondamentale affidarsi a personale specializzato che possa studiare la questione in maniera competente e approfondita per evitare il rischio di non essere adeguatamente risarciti per tutti i danni patiti.
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