Licenziamento ingiustificato: ecco cosa fare

Si dice che il progresso tecnologico e l’affermazione delle muti-nazionali stia portando ad una lenta, ma inesorabile, scomparsa del lavoro umano. E questo potrebbe portare a subire un licenziamento ingiustificato per far posto alle macchine… ma quando un licenziamento è illegittimo? Ecco tutti i dettagli!

L’avanzamento tecnologico e la progressiva scomparsa del lavoro umano si è avvertito con la chiusura delle piccole botteghe di artigiani che realizzavano vere e proprie opere d’arte. Ma non solo! Il profumo del pane caldo appena sfornato, o il sapore della pasta fatta in casa o, ancora, l’odore del mosto d’uva in tempo di vendemmia, oramai sono diventati quasi delle chimere o dei lussi che i più non conoscono nemmeno.

Il mondo del lavoro però non è solo artigianato ma, nonostante questo, anche negli altri settori non sono rose e fiori. Ed è in questo contesto che riuscire a trovare un lavoro risulta molto difficile e complicato. I datori di lavoro devono rispettare una serie di obblighi nel rispetto del lavoratore e, nel caso in cui si dovesse procedere al licenziamento, anche questa forma deve seguire una serie di parametri stabiliti per legge perché non sia un licenziamento ingiustificato!

Condizioni per terminare il rapporto di lavoro

Da un lato il dipendente è libero di lasciare l’azienda (dando le dimissioni) quando meglio crede, fatto salvo solo l’obbligo di dare il preavviso nei termini stabiliti dal contratto collettivo e sempre che non preferisca rinunciarvi; in quest’ultimo caso si vedrà scalare, dall’ultima mensilità o dal TFR, la cosiddetta indennità sostitutiva del preavviso (una sorta di risarcimento dovuto all’azienda per aver troncato il rapporto sul più bello).

Dall’altro l’azienda non può decidere di mandare a casa il dipendente quando meglio crede, ma deve giustificare la propria decisione con valide ragioni che possono risiedere in un riassetto effettivo dell’organizzazione o in motivi disciplinari dipendenti dal comportamento del lavoratore.

Il lavoratore può decidere di dimettersi per giusta causa, ossia per via di un comportamento gravemente colpevole del datore di lavoro che non abbia consentito la prosecuzione del rapporto (nel qual caso non è dovuto neanche il preavviso, come il mancato pagamento dello stipendio, le molestie sul luogo di lavoro, il mobbing, il demansionamento, ecc.). Le cause per cui il datore può interrompere il rapporto invece sono tipiche, ossia predefinite dalla legge.

Esse possono essere sostanzialmente ricondotte a due motivi: il cosiddetto licenziamento per giustificato motivo oggettivo, ossia ragioni aziendali, dipendenti da crisi del settore, riduzione dei posti di lavoro, riorganizzazione dell’attività, esternalizzazione delle mansioni, cessazione del ramo d’impresa, ecc. e per ragioni disciplinari, inerenti cioè al comportamento del dipendente. In quest’ ultima ipotesi, a seconda della gravità della condotta contestata, si potranno avere due diverse forme di licenziamento:

  • Il licenziamento in tronco, ossia senza preavviso (cosiddetto licenziamento per giusta causa), che ricorre nelle ipotesi più gravi;
  • Il licenziamento con il preavviso (cosiddetto licenziamento per giustificato motivo soggettivo), che ricorre nelle ipotesi meno gravi ma pur sempre sufficientemente serie da giustificare il recesso del datore.

In tutte le altre ipotesi si parla di licenziamento ingiustificato! Nella procedura giudiziale volta alla reintegrazione nel posto di lavoro, ovvero al risarcimento del danno subito, rientrano anche una serie di condizioni che il datore di lavoro avrebbe dovuto rispettare!

Il contratto di lavoro che lega il lavoratore al datore prevede una serie di regole alle quali non si può rinunciare nel rispetto del lavoratore quali, ad esempio, il rispetto dell’orario di lavoro previsto nel contratto al quale deve corrispondere un’adeguata remunerazione rapportata alle ore di lavoro svolto.

Ma come spesso succede nella prassi, non sempre avviene così e molto spesso il lavoratore è vittima dell’abuso posto dal proprio datore. In tutti questi casi è bene sapere che la legge prevede una serie di rimedi a tutela del lavoratore.

È necessario un’adeguata valutazione della documentazione oltre che della fattispecie che solo un professionista del settore è in grado di svolgere. Noi di Spazio Legale possiamo fornirti una primaria valutazione per il tuo licenziamento ingiustificato! Professionisti del settore sapranno consigliarti e seguirti in tutto l’iter giudiziario necessario. Contattaci!

La redazioneLicenziamento ingiustificato: ecco cosa fare